Dai programmi elettorali di
così come dalle “dichiarazioni che i maggiori leader politici hanno fatto nei loro interventi al Meeting di Rimini, per il personale della scuola si profila un futuro roseo: tutti, nessuno escluso (ivi compresi, suppongo, anche gli assenti), considerano intollerabile l’attuale condizione retributiva e si impegnano, con scadenze più o meno esplicite, a colmare il gap col resto d’Europa.”
Ivana Barbacci, segretario generale CISL SCUOLA, interviene con una nota in proposito.
Ne prendiamo atto, in attesa di verificare che alle parole seguano i fatti. Ricordo che è aperto un tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto, le buone intenzioni della politica hanno da subito un’occasione, se ce n’è la volontà, per produrre qualche effetto concreto.
Su altri aspetti, presenti nelle proposte elettorale e richiamate dalle diverse dichiarazioni dei leader politici, il segretario generale Ivana Barbacci coglie l’occasione per richiamare valutazioni e posizioni già espresse da CISL SCUOLA e per rivolgere a tutte le forze politiche un appello perché
si ricordino che la scuola non appartiene al governo o alle maggioranze pro tempore, ma è un bene comune che appartiene all’intero Paese. Come tale andrebbe sempre considerato. Quando si legifera di scuola, lo si faccia ricercando quanto più possibile coinvolgimento e condivisione. Se così non è, il rischio è che gli stessi investimenti fatti sulla scuola possano risultare scarsamente produttivi, come avvenuto con quelli della legge 107.
e, infine rilancia la proposta, già fatta insieme alle altre organizzazioni sindacali, di
un momento di confronto prima del voto del 25 settembre. Un confronto che siamo impegnati a sostenere con molta determinazione anche – e soprattutto – dopo il voto, quando Governo e Parlamento saranno chiamati alla prova dei fatti.