Anche i genitori delle classi dell’IC di Tirano hanno espresso il loro sconcerto e la loro contrarietà.
In questi giorni in cui si susseguono le operazioni assunzionali delle scuole della nostra provincia il nostro sindacato raccoglie numerosissime voci di diverse figure che sono vicine o dentro la scuola che segnalano lo sconcerto per le scelte dell’amministrazione scolastica, sia a livello nazionale che delle strutture regionali e locali, per gli esiti paradossali che vengono a generare a danno per primi delle alunne e degli alunni e infine delle singole istituzioni scolastiche, già alle prese con una complessa fase di inizio del nuovo anno.
Un inizio di anno che coincide con la conclusione delle procedure dei concorsi banditi ormai molti mesi fa all’interno del PNRR, con caratteristiche differenti dagli altri concorsi del passato. L’obiettivo ambizioso del Ministero dell’istruzione e del Merito era di assumere e stabilizzare circa 77 mila docenti dei vari ordini e gradi per coprire una atavica carenza che negli anni ha visto esplodere il precariato, facendolo diventare per quasi la metà dei docenti la normale situazione per vivere la scuola. Nobile intento che da subito si è concretizzato in bandi che portavano in cattedra docenti a cui poi sarebbe stato chiesto di fare un percorso biennale per arrivare alla stabilizzazione. Ma un altro problema si palesava agli occhi di coloro che avevano più esperienza delle procedure assunzionali. Un concorso ordinario che non è abilitante, ovvero che non permette a chi lo supera di essere pienamente titolato ad insegnare in una specifica tipologia di posto o classe di concorso è a tutti gli effetti un paradosso. Il superare le prove non è la condizione per poter dire di aver superato i. Concorso e poter entrare di ruolo con un contratto a tempo indeterminato. Serve anche di essere nella posizione utile di una “graduatoria” che è dimensionata sul numero di posti messi a bando. Chi supera il concorso ma è fuori dalla graduatoria, anche dopo gli aggiustamenti derivanti dalle rinuncie, è come se il concorso non lo avesse fatto o superato.
Situazioni anomale e singolari che si riverberano sulle procedure delle assunzioni che hanno luogo in queste settimane, anche a scuola già iniziata. Alcuni insegnanti devono lasciare il posto assegnato dalle graduatorie provinciali per le supplenze o dalle graduatorie di istituto, altri invece vengono lasciati sul loro posto, stabilizzati vicino a casa. Tutto questo a prescindere dalla posizione nella graduatoria. Palese ingiustizia che riduce la continuità ad un concetto vago da applicare in modo casuale. Continuità didattica negata a danno di chi la scuola la vive dalla parte dei banchi, non solo della cattedra.
Diamo spazio ad una testimonianza/sfogo di alcune insegnanti della nostra provincia.