Questa settimana rappresenta la prova del nove per il Decreto Legge 30 aprile 2022, n. 36, inserito nel PNNR (dossier di approfondimento) con all’interno diverse misure per la scuola. Le richieste di cambiamento del decreto legge n. 36 approvato dal CdM sono diverse: vanno dall’abolizione del concorso alla prova di valutazione finale, dallo svolgimento delle prove alle assegnazioni provvisorie, dagli idonei all’inserimento dei precari nei percorsi di formazione iniziale e ancora salvaguardia della carta docente e degli organici e salario accessorio alla contrattazione integrativa (obiettivi della mobilitazione del 30 maggio 2022).
Da martedì 14 giugno, infatti, le commissioni Affari Costituzionali e Istruzione pubblica, beni culturali del Senato dovranno entrare nel merito dei 300 emendamenti presentati e decidere se portarli o meno in Aula per l’approvazione finale prevista per il 20 giugno. Da diverse dichiarazioni sembra emergere la volontà di trovare la quadra e di presentare un unico emendamento.
Il vice presidente della Commissione Istruzione al Senato e responsabile Istruzione della Lega, il senatore Mario Pittoni, in un suo post scriveva: “È in corso l’auspicata trattativa – le cui prove generali sono stati alcuni interventi sulla scuola approvati trasversalmente di recente – per la presentazione di un emendamento al decreto legge 36 che raccolga i punti condivisi dalle forze di maggioranza delle correzioni da apportare alla riforma del reclutamento dei docenti“. Roberto Rampi, capogruppo del PD in commissione Istruzione e Cultura al Senato, gli aveva fatto eco affermando “Sappiamo che il nostro modello di reclutamento non è l’unico. E abbiamo scelto di proporre delle modifiche che possano riscontrare la convergenza con gli altri partiti politici”.
Non sarà facile trovare una soluzione veramente condivisa dalle varie anime che compongono le forze parlamentari, considerato anche che il Ministro Patrizio Bianchi ha più volte dichiarato “Deve essere però chiaro che l’impianto generale resterà così”.